Cose da dimenticare. Iniziando da oggi.

DI Chiara Maci | 3 Feb 2012

Giornata da dimenticare, questa.

Sono salita su questo treno AV direzione Milano, per puro miracolo. Sarebbe dovuto partire alle 17.15, ma alle 17.27 era ancora li. Come se stesse aspettando noi.

Roma con la neve riesce a diventare la città più antipatica d’Italia. E se ci metti anche la febbre a 38, due Actifed presi durante le registrazioni delle prime due puntate, un mal di testa da urlo, la neve alta 40 cm, gli strippi giustificati dei miei compagni di viaggio, le 3 ore e mezza in macchina per percorrere 10 km, la metro sovraffollata e il treno preso al volo, con rischio collasso in diretta, beh, antipatica divento io, più che Roma.

E ora in questa carrozza semideserta, mentre il mio chefconduttorepreferito se la dorme con annessa mascherina, io mangio Krumiri gentilmente offerti da Trenitalia, bevo thè caldo al limone e penso che questa giornata io la voglio dimenticare.

E allora improvvisamente penso che voglio dimenticare anche quel giorno in cui una persona, guardandomi negli occhi, mi ha detto che avrebbe cambiato città e che forse, sarebbe stato meglio finirla lì. E quella mattina in cui ho deciso di cambiare colore e taglio di capelli, diventando improvvisamente “quella col caschetto rosso”. Voglio dimenticare tutte le volte che ho incassato colpi senza reagire e voglio dimenticare quella volta in cui ero troppo piccola per capire che ti avrei fatto male. Voglio dimenticare le urla stupide di protesta, fatte solo per attirare attenzione, e voglio dimenticare quel terribile hamburger mangiato da sola nella stazione di Milano, quella sera.

Voglio dimenticare il dolore del tacco 12 post discoteca e voglio dimenticare gli effetti del rhum e pera di quando avevo 20 anni.

Voglio dimenticare le parolacce di oggi contro chiunque e voglio dimenticare quell’estate in cui io e Carla facevamo a gara a chi era più magra e io ero irriconoscibile rispetto ad oggi. Chissà perché.

Voglio dimenticare le persone che sono state e che sono mancanti, in qualcosa. E voglio dimenticare quelle che mi hanno fatto male, per pigrizia o semplicemente per sentirsi più forti, almeno una volta.

Potrei disegnarle una ad una. Perché cercando di dimenticare, non si fa altro che ricordare.

E allora è tutto inutile.

O forse, in una giornata in cui Trenitalia sopprime ogni treno e in cui l’unica corsa garantita è Roma-Milano senza fermate intermedie, un treno che ti aspetta quasi per miracolo e ti accompagna a Bologna, è improvvisamente qualcosa da ricordare?

Qualcosa per cui sorridere, anche quando tutti attorno sembrano non averne voglia.

Anche quando tutto sembra da dimenticare.

Macy

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