Di mozzarelle, cuori che battono e città che non si dimenticano.

DI Chiara Maci | 27 Apr 2013

Dalla mia finestra, oggi, Milano sembra deserta.
E’ il 26 aprile e la primavera sembrava arrivata, fino ad oggi.
Sto scrivendo ricette per bambini dai 6 ai 18 mesi (ma no, non sono in dolce attesa), bevo un caffè doppio con latte freddo completamente scremato e ho voglia di scrivere la mia dose mensile di me, qui.
‘Io in fila’ è così. Arriva, un giorno e tu non puoi dire di no.

Mi manca il Sud.

Chi mi segue su Instagram o su Twitter, avrà visto foto continue in questi giorni.
Con la scusa di un lavoro in quel di Giugliano, ho girato tra Agropoli, Paestum e Napoli.
Ho scritto di mozzarelle “mozzate” con le mie mani, proprio come facevo quando abitavo ancora li e le maestre ci portavano in gita nei caseifici, ho fotografato ceste di limoni appena raccolti e di asparagina selvatica dal gusto indescrivibile. Ho scoperto che la borragine, che qui a Milano faccio sempre fatica a trovare, in certi paesi del sud la buttano e ho visto la mia casa di sempre, trasformarsi totalmente. Come se volesse accompagnarci, nel cambiamento inevitabile degli anni.
Ho rivisto persone che mi mancavano e ne ho scoperte altre che già mi mancano.
Sono tornata diciottenne con una voglia pazza di fare un milione di cose.

Scrivevo ieri di “napolitudine” e di mancanze. Di malinconie, di odori di pelle, di attrazioni contrastanti e veraci. Scrivevo del sud che per me è “tutto un’altra cosa“.
Perchè è l’infanzia, è l’estate, è la semplicità della gente, è l’odore del caffè penetrante, è il vicoletto stretto e i clacson continui, è il baretto piccolo, le donne con i tacchi a spillo e i sanpietrini scomodi.
E’ quella voglia di staccare con i ritmi e responsabilità e tornare indietro.

Avete presente, come nei film?
Quando lui o lei un giorno decidono di uscire dall’ufficio, fare una passeggiata nel parco e improvvisamente capiscono che è ora di cambiare qualcosa?

Ecco, nei film capita sempre nel secondo tempo, poco prima della fine. Ma si presuppone che di quelle passeggiate chiaritorie ne basti una sola.
Nella mia vita, invece, capita almeno una volta al mese.
Niente parco e niente location bucoliche.
Mi bastano poche cose per ricordarmi che sono un’eterna insoddisfatta 🙂
Ad esempio mi basta il sud. Mi basta il mare. Mi basta uno spaghettone alle vongole veraci mangiato su una terrazza al sole.

Mi basta ricordarmi di non volermi accontentare. Per avere il cuore che batte sempre, con ritmi diversi e con sensazioni vivaci.
L’ entusiasmo contagioso e il sorriso spontaneo di cui troppi parlano e pochi sanno.

Domattina volo a Londra. Vado per un incontro di cui poi vi scriverò.
A proposito di street food mondiale. Sarò l’unica italiana e come al solito mi distinguerò per il mio pessimo inglese.
Rimetterò piede nella nostra penisola dopo due giorni e da lì non avrò un giorno libero per almeno un mese e mezzo. Neanche un week end.
E l’idea di non poter prendere un volo e andare dove vorrei, non mi piace.
E allora mi tengo stretta il mare, la mia gente e le mie voglie.

E me le faccio bastare.

Per ora, ovvio.

Buon maggio, gente.

C.

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