#girlsinvegas ovvero tre donne e una città che non dorme mai.

DI Chiara Maci | 27 Mar 2015

La prima volta a Las Vegas fu nel dicembre 2008. Avevo appena compito 25 anni. Eravamo nell’ordine: io, una macchina gialla fiammante, un’amica e ex collega speciale (a cui mando un bacio speciale per aver appena dato alla luce la piccola Sveva, proprio mentre ero a LV) e una cartina alla mano. Pronte per un viaggio on the road attraverso California, Nevada e Arizona.

Non esistevano i social network, ma io avevo “Io in fila” (you know) in cui raccontavo tutto.
E di Las Vegas scrivevo:

“Las Vegas – una finzione perfettamente surreale, fatta di Tour Eiffel, Piramidi, Colossei e Laghi artificiali. Un gioco continuo in una dimensione irreale e un rumore di soldi in qualunque forma e a qualsiasi orario. Luci, luci ovunque nel mezzo del nulla. Un enorme parco giochi all’interno del paesaggio più suggestivo, quello vuoto eppure tremendamente comunicativo. I paesaggi di Nevada e Arizona li tengo stretti, senza foto e senza parole.”

Strano tornarci quasi 7 anni dopo.

Strano perchè ricordavo Las Vegas come il regno del divertimento ideale per 2-3 giorni e l’idea di rimanere una settimana intera un po’ mi spaventava.
Strano perchè quando scrivi che vai a LV per lavoro, un po’ fa sorridere.
Perchè è Las Vegas, baby. 
Qui ci si viene per giocare, per divertirsi, per sposarsi, per passare “notti da leoni”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E invece vi stupirò. Si può vivere Las Vegas anche svegliandosi la mattina presto e andando a letto alle 22, camminando per le strade di downtown e perdendosi tra gli street artist e le decine di tatuatori. Si può vivere un’altra Las Vegas attraverso ristoranti e cucine di tutto il mondo, gite a bordo di una jeep rosa e aereoplani sopra il Gran Canyon. Si può vivere Las Vegas da semplici turisti o si può cercare di scoprirne un’altra faccia.
La strip (la strada principale attraverso cui si visitano gli alberghi e i casinò più famosi) è quello che tutti conoscono di una città che ha fatto del divertimento e del gioco la sua fortuna.
40 milioni di visitatori all’anno e un circuito impressionante di turismo, prevalentemente americano.

 

 

 

 

 

 

Ci si sveglia la mattina in meravigliosi alberghi accomunati tutti da grandi casinò al piano terra e si rimane sorpresi dal ritrovare le stesse persone della sera precedente davanti ad una slot machine, ancora in paillettes e lustrini. La birra viene sostituita da un caffè lungo e per molti tutto continua così, ora dopo ora, slot dopo slot.

 

 

Per molti, ma non per tutti.
Dietro a questa facciata di neon colorati alle volte troppo forti, si nasconde il Nevada, il suo incantevole deserto e una terra che custodisce una delle sette meraviglie del mondo.
Si nasconde una città fatta di ristoranti aperti h24, in cui una pazza golosa come me riesce a fare colazione da Thomas Keller, pranzare da Buddy Valastro, fare merenda con un pazzesco sushi al Mandarin, aperitivo con il miglior gin tonic del mondo al Cosmopolitan e cenare da Joe Bastianich con un burger triplo.
E il giorno dopo provare il pazzesco buffet Bacchanal del Caesar’s Palace o il burger di Shake Shack, il Katsuya di Philippe Stark o il ristorante di Wolfgang Puck o ancora quello di Gordon Ramsey o di Joel Robuchon.
A pochi metri di distanza l’uno dall’altro e per tutte le tasche. Dal burger da 12 euro al buffet da 50 euro, in cui testare 7 cucine diverse dal mondo.
Dalla kaiseki all’americana, dalle tapas al messicano. Dal sushi all’italiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco, con qualche precisazione da fare sulla pasta bolognese o sugli spaghetti & meatballs, che ho coraggiosamente assaggiato al ristorante Trevi del Caesar’s Palace.
Passino le polpette giganti, ma qualcosa agli americani sugli spaghetti andrebbe spiegata 🙂
Las Vegas non è solo strip, quindi.
E’ anche Downtown. La “real Vegas“. Quella fatta di pochi lustrini e molti artisti.
Quella in cui sorge l’art district e alcuni negozi di moda e arredamento vintage da perdere la testa.
Vi lascio i nomi, tranquilli 🙂
E’ qui che ha sede anche il famoso Neon Museum, un vero e proprio museo del neon, all’aperto. Qui hanno girato film, allestito per set fotografici e non solo. Il neon museum è un’istituzione in città. Dalle prime insegne dei primi casinò a quelle dei ristoranti, a quelle semi fulminate di vecchi motel californiani.
Un luogo dove si fonde assieme l’immagine storica di LAS VEGAS e quella più reale e quasi malinconica di una città che è vissuta attraverso scritte luminose famose in tutto il mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Las Vegas è anche SHOW. Gli spettacoli più belli, gli illusionisti più bravi, le compagnie teatrali più importanti. Tutti vogliono essere qui. E lo spettacolo non finisce mai.
Da O del Cirque du Soleil, al meraviglioso ShowStoppers all’incredibile “The New Illusions”.
Non ne abbiamo perso uno.
Las Vegas è anche Gran Canyon, ovviamente. Che sia elicottero o jeep, che ci andiate con l’auto o con una guida, una delle sette meraviglie del mondo è lì ad aspettarvi.

 

 

 

 

 

E poi Dig This, ovvero io e la ruspa in un normalissimo sabato mattina. Di cosa si tratta? Chiedetelo alle future spose che si divertono a trascorrere qui l’addio al nubilato.
A bordo di scavatrici con il solo aiuto di una cuffia in cui ascoltare i comandi, si scava e si fa pratica con qualcosa a cui non siamo proprio abituate, noi donne. Ma a quanto pare, mai sottovalutare una donna al volante eh 🙂
E poi posso, da ormai pluri tatuata, non consigliarvi un tatuatore dove andare assolutamente?
Ne troverete centinaia camminando lungo le strade della città, ma da Starlight non sbagliate. Decisamente costoso rispetto all’Italia, ma sapete il detto, no?
Not everything stays in Vegas…
Ecco, il matrimonio invece si può scegliere di lasciarlo lì. Come nel nostro caso 🙂

 

La Graceland Chapel è la più famosa della città. E’ qui che Jon Bon Jovi si è sposato ed è qui che migliaia di persone ogni anno decidono di promettersi amore eterno. Il costo di un matrimonio comprensivo di torta, fiori e allestimento? 350 dollari.
Elvis compreso.
Io ci farei un pensierino. E nel frattempo vi lascio il mio #bestof, ovvero i miei 10 consigli obbligatori per LAS VEGAS.
Buon viaggio, gente.
#1 Pink Jeep Tour to Red Rock
#2 The Retro Vegas shop in Downtown
#3 Il finto gondoliere sulla finta gondola che canta “Torna a Surriento” nella finta Venezia
#4 Il matrimonio fake celebrato da Elvis nella Graceland Chapel
#5 La comodità delle poltroncine delle slot machine per chi, come me, crolla alle 22
#6 Breakfast at Thomas Keller’s Bouchon at Venetian

#7 Dig This, ovvero io e la ruspa in un normalissimo sabato mattina
#8 Il tatuaggio da Starlight al Mirage
#9 Bacchanal Buffet al Caesar’s Palace
#10 Le compagne di viaggio. Quelle che magari non vedi spesso, ma con le quali ci sarà sempre qualcosa da ricordare e su cui ridere insieme