Metti una sera a cena … per una buona causa.

DI Chiara Maci | 10 Set 2013

Me, Filippo La Mantia e … ?
Chi saranno i partecipanti all’asta del 17 Settembre, indetta dall’ormai celebre Charity Stars?

Teatro della serata una fantastica location milanese, Presso Kook Sharing, che per l’occasione diventerà il regno dei due gourmet: io e Filippo intratterremo i sei commensali aggiudicatari dell’asta, prendendoli per la gola con un menù davvero speciale e trascorreremo l’intera serata in vostra compagnia.

I vini per la serata saranno gentilmente offerti dallo store Tannico.
Ma la cosa più importante è il perchè di quest’asta. 
Avrete visto online che tanti personaggi hanno messo in palio qualcosa per una buona causa. Ecco, la nostra sarà per Terre des Hommes.
E’ un tema a cui tengo particolarmente. Le bambine schiave domestiche.

L’obiettivo del progetto è la prevenzione della tratta delle bambine con finalità di sfruttamento nelle case di Cusco e Lima, la promozione dell’istruzione prescolare e primaria e attività ludico ricreative e la sensibilizzazione delle famiglie sui rischi di tratta.

Nonostante Cusco sia città patrimonio dell’Umanità e meta di turismo internazionale, la Regione è tra le 5 con l’indice di sviluppo umano più basso del Perù, il 49,5% degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà. Nel distretto andino di Huancarani (3.800 m.s.l.m.), dove interviene Terre des Hommes, il 49% dei bambini tra i 6 e i 9 anni soffre di denutrizione cronica e il 56% sono anemici.

Ciò spiega il perché centinaia di famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà nelle zone rurali si lascino convincere da conoscenti o da intermediari ad affidargli i propri figli con la promessa di garantire a loro un futuro diverso, istruzione e cure. In realtà questa fiducia viene tradita e le bambine finiscono a lavorare anche per 20 ore al giorno come domestiche nelle case di Cusco.

Si tratta purtroppo di una delle più comuni forme di schiavitù moderna, un fenomeno molto frequente in Perù: secondo la prima Inchiesta nazionale sul Lavoro Minorile in Perù del 2010 (ETI) realizzata dall’INEI (Instituto Nacional de Estadística e Informática) in collaborazione con l’ILO (International Labour Organization) sono 3,3 milioni i bambini lavoratori di età compresa tra i 5 e i 17 anni.

Il lavoro domestico è la terza tipologia di attività in cui sono maggiormente coinvolti i bambini, dopo il lavoro nei campi e di aiuto nelle piccole attività familiari (vendita informale, piccoli negozi ecc.) e si calcola che occupi almeno 120-150.000 bambini e adolescenti. L’80% sono femmine. Nella sola regione di Cusco si stima che quasi 10.000 bambine e ragazzine siano coinvolte in lavori domestici, di fatto al limite della schiavitù.

Il dramma psicologico

Lo sfruttamento delle bambine nelle case ha una serie di conseguenze drammatiche che provocano danni irreparabili nel fisico e nella psiche di coloro che ne sono vittima.

Le piccole sono infatti costrette a un cambio repentino di abitudini, all’allontanamento spesso senza spiegazioni dalla loro famiglia e dai loro affetti, perdono qualsiasi riferimento e contatto con la loro famiglia d’origine. Nella maggioranza dei casi il lavoro non è retribuito e non hanno la possibilità di frequentare alcuna scuola. Devono svolgere pesanti lavori domestici per tutta la giornata e molto spesso tocca loro lavorare anche di notte per badare ai bambini piccoli e agli anziani.

Solitamente queste piccole vittime sono derise, maltrattate, picchiate e umiliate, questo sia perché ci sono difficoltà di comprensione (loro parlano quechua e nelle case in città si parla generalmente lo spagnolo), sia perché in quanto indigene vengono percepite come esseri di serie B, senza alcun diritto.

Alle piccole schiave non viene dato nemmeno un giaciglio, sono infatti costrette a dormire frequentemente su stuoie in stanze comuni, di passaggio per il resto della famiglia e quindi esposte allo sguardo e all’attenzione dei maschi della famiglia.

Di qui si spiega il perché delle numerose violenze ed abusi fisici cui le bambine domestiche sono vittime e che pagano in prima persona con un allontanamento dalla famiglia presso la quale lavorano.

Per chi di voi volesse partecipare, questi i riferimenti:

info@charitystars.com o 02 49762138.

ps. il menu è top secret :-))
Condividi questo articolo