Roma, fra trattorie tipiche e rivisitazioni gourmet.

DI Chiara Maci | 14 Giu 2018

 

Sono appena tornata da un week end trascorso a Roma, interamente dedicato alla scoperta di ristoranti, piccole botteghe e tradizioni culinarie.

Voglio raccontarvi qui il mio viaggio, le mie scelte, i posti che mi hanno incuriosito di più.

 

 

La prima mattina l’ho dedicata ad una visita nel centro storico, da Piazza di Spagna fino a Campo dei Fiori.

 

 

 

 

Proprio li sono stata attratta da una signora con cuffia e grembiule che, affacciata sulla strada, impastava e stendeva pasta fresca di fronte ai clienti.

Questa è l’Osteria da Fortunata: tavoli in legno, piatti di ceramica e la cucina della nonna.

Cosa provare? Gli sciavatelli fatti in casa, con uno dei loro condimenti freschi.

 

 

La sera invece avevo già programmato di tornare per la terza volta da Felice a Testaccio, che è per me ormai una tappa fissa.

Osteria moderna, arredata con cura, conosce le ricette tradizionali e sa far innamorare tutti i suoi clienti di queste ultime con un’esplosione di gusti e materie prime eccezionali.

Cosa ordinare?

Il carciofo alla giudia, croccante, fresco e gustoso.

I tonnarelli cacio e pepe, al dente al punto giusto, mantecati al tavolo, i più buoni e cremosi mai mangiati in vita mia.

L’abbacchio che straborda dal piatto e si scioglie in bocca.

 

 

Il secondo giorno mi sveglio già con acquolina in bocca: covavo da tempo il desiderio di provare l’Antica Salumeria Roscioli.

Siccome l’attesa aumenta il desiderio, sono entrata in quella piccola bottega (dove avevo prenotato online una settimana prima) con grandi aspettative, che non sono state deluse.

Da Roscioli non c’è nemmeno un angolo sgombro da barattoli, conserve, prosciutti, salumi, quadri, bottiglie di vino e tanto altro.

Dopo una degustazione di puntarelle, salumi locali e la loro mortadella fatta in casa con pistacchi e focaccia croccante (imperdibile), ho assaggiato una porzione generosa di carbonara. Buona, buonissima, ma la prossima volta continuerò con una degustazione di salumi infinita accompagnata da una buona bottiglia di rosso.

 

 

 

 

Un aperitivo su una delle tante terrazze panoramiche di Roma è d’obbligo.

Quale scegliere? Io mi sono fatta portare da un’ amica del posto in una piccola terrazza bianca, nascosta dietro la chiesa di Sant’Agnese in Piazza Navona: Terrazza Borromini.

Appartata ed elegante, credo sia la miglior scelta per scappare dal caos di Roma per qualche ora e godersi il tramonto.

 

Per cena invece mi sono spostata fuori dal centro, vicino a Trastevere, dove si nasconde l’ Osteria Fernanda.

Il pane fatto in casa servito caldo in un tovagliolo di stoffa mi ha accompagnata in un percorso culinario che non dimenticherò mai.

L’ amatriciana cremosa con guanciale croccante, gli spaghettoni con melanzane affumicate, gambero rosso di Sicilia, pistacchio e coriandolo (signature dish).

Per concludere “Il cioccolato bianco”: sasso di cioccolato bianco, cuore di gelato, sale olio e pepe.

Ci tornerò sicuramente.

 

 

 

 

 

Il giorno successivo mi ero giurata di pranzare con un’insalata scondita ma Pane e Salame mi ha fatto cambiare idea.

Coda permettendo, questa piccola salumeria dietro la Fontana di Trevi, vi farà innamorare dei loro grandi taglieri misti e soprattutto dei panini con salumi affettati al momento, formaggi freschi e stagionati e verdure.

Non so quale sia il segreto, ma son davvero irresistibili!

 

Prima della partenza mi son tolta un ultimo sfizio: il ristorante Per me di Giulio Terrinoni.

Un piccolo dehors immerso nell’edera verde che si arrampica sulle pareti esterne del locale.

All’interno arredi di design, semplici, marmo nero ed ampie vetrate.

Vi consiglio il menu degustazione che propone il giovane chef  (una stella Michelin) per raccontare la sua storia: tanto pesce, contaminazioni orientali, colori e giochi di gusto.

Carta dei vini di livello, con un’importante attenzione alla Francia.

 

Un po’ nostalgica nel scrivere queste righe, non vedo l’ora di scoprire pian piano tutti gli altri angoli di Roma.

 

Di Giulia Gattiglia

Credits
Photo By Giulia Gattiglia
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