Tano passami l’olio

DI Chiara Maci | 10 Feb 2013

Cena meravigliosa.
Inizio così, perchè diversamente non potrei fare.
Quando scrivi di un ristorante alle 2 di notte, appena rientrata a casa, vuol dire che qualcosa che ti ha colpito c’è. Eccome se c’è.

Tano Simonato, lo chef che ha scelto l’olio extra vergine di oliva come condimento garanzia di fragranza e di incontaminazione dei prodotti.
Lo chef che usa un finto burro (da lui creato) per mantecare e che senza problemi ti lascia la ricetta (ma non le dosi), se gliela chiedi. 

“L’uso del burro è quasi bandito, se non per mantecare pochissimi piatti a freddo, il soffritto (di cipolla, aglio, scalogno e affini) lo trovo superfluo e superato, cioè, per dare corpo e sapori trovo non necessario appesantire con troppa struttura di tali ingredienti, (che per altro uso tranquillamente in versioni più soft) ma cerco di conservare il più possibile l’integrità dei prodotti scelti, la panna non è neanche presa in considerazione”.

Lo chef che viene al tavolo a spiegarti l’importanza dell’olio extra vergine di oliva (che usa anche in frittura) e si fa una sana risata con te, mentre ti racconta di quando faceva il barista da ragazzo. Ma aveva il sogno di cucinare (e non cassoeula e piatti tipici).
Lo chef che si siede al tavolo con te e mentre assaggia il suo pre-dessert esclama “che buono!”.
In fondo, lui, ci confida,  “si mangia spesso“. Perchè si piace.
E anche a noi.

Devo dire la verità, di questo nuovo menu, non c’è stato piatto che non abbia apprezzato o, addirittura, adorato. Al tavolo abbiamo più volte discusso sul preferito, ma io non riesco a trovarlo. Era la mia prima volta da Tano, ma non sarà sicuramente l’ultima.
A voi i piatti, e le foto (grazie Ezio Zigliani per tutto il materiale).

Raviolo trasparente di acqua al profumo di whisky con mousse di piselli e acciuga
crema di pomodoro (2012)Cappesante caramellate affogate nel suo corallo, croccante d’arancia e purea di spinaci (2012)

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