Di treni, cucina, partenze e ritorni.

DI Chiara Maci | 9 Feb 2012

In questa ultima settimana sono salita su un treno almeno 6 volte. Considerati i disagi della stazione di Bologna con la neve alta 1mt, vi lascio immaginare il mio umore.

No, non sono meteoropatica. Accuso la gente incapace di gestire le situazioni. Quella chiamata a farlo, ovviamente.

Eppure, riesco a trovarne il lato positivo, in un giovedì pomeriggio di ritorno a casa.

Domani non registriamo, causa prevista neve a Roma e così il mio rientro è stato anticipato ad oggi.

E ora sono qui, posto 72 accanto al finestrino. Di fronte a me, nessuno. Accanto a me, un uomo sui quaranta al cellulare. Chiama a casa per avvisare che il treno arriverà tardi. “No, amore davvero, non aspettarmi per cena. Tu mangia, io poi mi arrangio con quello che resta. Ti bacio“.

Non sono un’impicciona. E’ che mi piace prendere spunto dalla gente. Altrimenti scrivo sempre di me.

-Si, lo so, tanto lo faccio, ugualmente-

Pensavo che lei probabilmente lo aspetterà, alla fine. Perché noi donne siamo fatte così. Ci piace aspettarlo, il nostro uomo. Ci piace cucinare per lui. Ci piace coccolarlo. Ci piace sperimentare quella nuova verdura trovata al mercato e vedere curiose la sua faccia davanti alle nostre nuove creazioni.

In fondo, ha ragione mia sorella quando dice che la cucina è condivisione. Ed è forse anche una forma di amore. La più autentica.

Ho gli auricolari e sono connessa con il wifi di Trenitalia. Ascolto Cesare Cremonini forse perché sento la mancanza di Bologna. Forse perché sono giorni un po’ così. Forse perché domani sarei dovuta partire per Pukhet per lavoro ed è slittato tutto ad Aprile e io avevo bisogno di andarmene, ora. Forse perché le farfalle me lo hanno divorato lo stomaco, lasciandomi solo un terribile fastidio. Forse perchè ho solo voglia di ascoltare qualcosa che non siano le telefonate dei miei vicini di treno.

Da domani avrò dieci giorni per dedicarmi totalmente alla cucina, nuove ricette per nuovi clienti e un po’ non vedo l’ora. Mi manca la cucina, in questo periodo. Non faccio la spesa da settimane, vivo a Roma e lavoro a Milano, passo da Bologna quasi per sbaglio e il tempo è sempre meno. Mi trovo a cucinare 15 ricette per il blog, in una giornata e poi mesi senza mani in pasta. Ho voglia domattina di andare per negozietti e supermercati. Ho voglia di comprare burro, latte, uova e tantissime verdure. Ho voglia di sperimentare gusti diversi e ho voglia di non pensare, per qualche giorno.

E’ solo una questione di abitudine, Macy“. Si, deve essere così.

E allora, caro Cesare Cremonini, tu non mi aiuti. Premo play su Gianna Nannini, pubblico questo post e mi metto a dormire.

Adieu.

Macy

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