Viaggiare con i bimbi si può. Basta organizzarsi ;-)

DI Chiara Maci | 21 Mag 2018 | IN COLLABORAZIONE CON Philips Avent

 

Sono sul volo di ritorno Palermo Milano.

Una volta scrivevo sempre in viaggio.

Poi è arrivata Bianca ed è stato difficile trovare il tempo di farlo.

Oggi, con entrambi i bimbi, uno in braccio e l’altra accanto, approfitto di una nanna collettiva per mettere su pc qualche pensiero in volo. E sorrido pensando a quante cose una mamma riesce a fare.

Mi viene in mente il primo volo all’estero di Bianca. La portavo con me a Parigi per lavoro. Lei aveva 5 mesi e io ero totalmente impreparata. Con la solita sindrome di wonder woman, carica di valigia, passeggino, primi omogeneizzati, neonata e borsa presi quel volo e in aereo scoppiai a piangere perché non riuscivo a tenere tutto insieme. Avevo troppi bagagli o troppe preoccupazioni o troppo poco tempo per sistemare tutto. E lei piangeva. Mi ero resa conto per la prima volta che da sola tutto era più difficile.

Arrivò in mio soccorso la hostess e mi consigliò di dare il ciuccio alla piccola per volare così avrebbe sicuramente smesso di piangere ma soprattutto non le avrebbero fatto male le orecchie in fase di decollo e di atterraggio.

Fu la mia salvezza.

Lo portavo sempre con me ma lo usavo poco. Da allora non abbandonai mai quel piccolo ciuccio colorato che mi aiutò in tutte le situazioni più difficili. Dalla nanna ai viaggi. Bianca lo accarezzava sempre, prima di addormentarsi. E staccarsene, a tre, anni, fu un dramma.

Oggi rivivo l’importanza del ciuccio con Andrea. Ne porto con me 3 per sicurezza e scelgo quelli morbidi morbidi così anche lui così piccolo può addormentarsi con più facilità e avere una coccola continua senza problemi per il palato (io ho scelto ultra air di Philips Avent).

È buffo come, a distanza di 4 anni, sia diverso rivivere tutto.

È incredibile come si cambia. Come si diventa forti davanti ai propri figli.

È grandioso come il tempo raddoppi e la forza si moltiplichi quando diventi madre.

Tutto cambia e il ricordo di quel pianto in aereo e di tutti quelli a seguire diventano un sorriso, un ricordo, un momento in cui ancora una volta hai imparato a crescere.

Che non si smette mai di farlo. È proprio vero.

Credits
Photo By Giulia Gattiglia
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