Vado in Sardegna da più di 20 anni e più volte mi sono trovata a dover affrontare il “problema ristorante”. Dove si va, se si vuole mangiare bene, in Costa Smeralda?
Negli anni li abbiamo provati tutti, per poi apprezzare sempre di più quelli dell’entroterra con cucina tipica sarda e quindi malloreddus, porceddu, seadas echipiùnehapiùnemetta.
Quest’anno, la scoperta.
Conoscevo Elio Sironi come executive chef del Bulgari di Milano. Poi, l’anno scorso, il trasferimento in Costa Smeralda, al ristorante MaDai. E finalmente la scorsa settimana, sono andata a trovarlo.
Una delle terrazze più belle di Porto Cervo, bisogna dirlo. Location da brivido.
Il ristorante è grande, su due piani, con un giardino meraviglioso in cui poter cenare e un servizio impeccabile.
Il menu prevede cucina creativa, con largo spazio al crudo di pesce e ai “piccoli morsi” dello chef.
Io ho ordinato l’antipasto a “piccoli morsi” e ho assaggiato un sashimi di salmone con pera e miele di corbezzolo, una purea di melanzana con mozzarella di bufala, tartare di tonno con fiori di cappero, zuppetta di ceci e basilico e tante altre piccole prelibatezze.
Poi, sotto consiglio del cameriere, mi sono affidata a scampi e gamberi crudi.
Certo, ben poco “elaborato”, direte voi. Ma la qualità è fondamentale, in un ristorante. E qui lo era.
Ho assaporato gli scampi quasi con le lacrime. Meravigliosi.
Come meravigliosi erano i gamberi. E altrettanto succulenti gli antipasti.
Nel frattempo ho rubato un pezzetto di filetto dal mio nipotino che cenava accanto a me … e ho apprezzato anche quello.
Al termine, potevo non ordinare i piccoli morsi dolci dello chef?
6 assaggi di dolci, monoporzione quasi finger, non male. Ma, come ultimamente mi capita, in più di un ristorante, mai all’altezza delle portate principali.
E dire che è così bello chiudere in bellezza …
Il prezzo è in linea con i ristoranti di Porto Cervo (antipasto piccoli morsi 30€, un primo piatto oscilla dai 15 ai 25 e un secondo piatto è sui 30€ in media, i dolci tutti 10€), ma la qualità nettamente superiore alla media.
Lo chef, che ovviamente sono andata a conoscere in cucina, all’altezza dei suoi piatti. Sorridente, semplice e genuino. Come piace a me.
– La sera successiva mi sono fatta tentare da una catalana di aragosta, in un posto decisamente più cheap, pagata il doppio e assolutamente non paragonabile. Ahimè. –