Sicilia. Capire il Sud.

DI Chiara Maci | 16 Giu 2010

 

“E’ stato detto: tutti i paesi hanno un Sud” 

“E’ vero, ma l’Italia è tutto Sud”

“Non ho l’impressione, però, che i suoi paesani siano tristi”

“E’ naturale. A Palermo si è più spensierati che a Milano. Qui c’è infatti meno da perdere”

– Intervista di Enzo Biagi a Leonardo Sciascia –

 

Favignana. La regina delle tonnare.

Di questi tempi i luoghi turistici fanno sempre un certo effetto. Hanno un alone silenzioso attorno che li rende magici e tremendamente suggestivi.

Favignana alle 15 di un’afosa domenica di Giugno.

 

Il tonno. Protagonista su quest’isola in ogni angolo.

Fritto con cipolla abbondante, al “ragù trapanese”, alla griglia con un semplice condimento di olio, sale, origano, pepe e limone o come ingrediente principale di fantastiche polpette.

 

Il mio primo piatto “isolano” è stato proprio un ragù trapanese arricchito, come usanza locale prevede, dal finocchietto, che gli conferisce un gusto deciso e prelibato. E quale pasta migliore se non gli “gnocculi” cavati a mano, una pasta fresca tipica della zona che somiglia un nostro fusillo allungato, o le “busiate”, listarelle di pasta arrotolate attorno al “buso”, il ferretto che dona questo aspetto inconfondibile.

E se la pasta vi sembra troppo per un pranzo estivo, il cous cous è l’ideale. Un piatto unico cucinato nell’apposita cous cousiera, con i suoi tempi lunghi (due ore di cottura circa), il brodo di pesce a renderlo genuino, orate, sgombri e gamberoni per quel qualcosa in più e l’aggiunta particolare e divina delle mandorle e della santa uvetta sultanina, tanto usata da queste parti?

– continua –

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