Abu Dhabi. Un viaggio attraverso sapori e odori diversi.

DI Chiara Maci | 7 Feb 2013

Mi trovo in aereoporto mentre inizio a scrivere questo post, ma quando riusciro’ a pubblicarlo, saro’ a casa, finalmente.
10 giorni per avvicinarmi ad una cultura culinaria diversa, per carpirne gli odorie rubarne i sapori.     –sono stata a Dubai esattamente 10 mesi fa, ma Dubai e’ un’altra cosa
Ci tengo particolarmente a raccontarvi questo viaggio, perchè in troppi prima della mia partenza hanno criticato la destinazione scelta. E mi tocca smentire chi credeva si trattasse di bei grattacieli e luccicanti negozi di alta moda –ci sono anche quelli e probabilmente tra qualche anno ci saranno solo quelli- . Ma non solo.

Ognuno sceglie come vivere e cosa vivere di un luogo. 
Io ho scelto il lato “brutto” ma verace (mi viene in mente Tonino Canavacciulo quando parla delle “sue cappesante” che “sò brutteperò sò buone)
Abu Dhabi e’ una citta’ che ti colpisce per i forti contrasti.
Ho scelto di vivere i gusti della gente del posto, svegliandomi all’alba per assistere all’apertura del mercato del pesce, girando attraverso le bancarelle del “vegetable market“, parlando con i venditori e scoprendo fantasiose tipologie di frutta e verdura sconosciute.
E ho osservato il modo di cucinare queste splendide pietanze, ho capito le forti influenze libanesi, ho scoperto che il cetriolo puo’ anche piacermi se abbinato nel giusto modo e ho lottato per assaggiare solo ed esclusivamente piatti locali (ok, lo ammetto. in questo momento sto sognando un piatto di pasta). 
Sono rimasta affascinata dai colori intensi di spezie semi sconosciute e posso dire di aver assaggiato i migliori datteri al mondo (qui ne ho trovate 34 tipologie diverse, provenienti quasi tutte dall’Arabia Saudita), – che oggi viaggiano nel mio bagaglio a mano – ripieni di arancia candida, noci, mandorle e nocciole caramellate. Ho comprato etti di pistacchi allo zafferano, contrattato l’acquisto di chissa’ quante pashmine, assaggiato filetti di cernia caramellati nel miele e bevuto il caffe’ peggiore della mia vita.
Abu Dhabi non e’ quella di Sex and the City II. E lo dico per tutti quelli che si immaginano una citta’ costruita nella ricchezza più assoluta. Lo diventerà, ma ad oggi è ancora forte l’origine e la veracità della gente.
In 10 giorni, cartina alla mano, agenda bianca e matita per appuntarmi i segreti delle tradizioni locali, ho imparato ad abbinare spezie, sentori e colori, in un mix di cucina diversa che inizialmente spaventa ma a poco a poco conquista. Non è questo il segreto dei rapporti duraturi?
Qui vi lascio fotografie di giornate indimenticabili, nell’attesa di prendere ingredienti in mano, grembiule e padelle, e prepararvi qualche vera, tradizionale, ricetta araba.

 

 

 

 

– ultimo, ma non ultimo, volevo ringraziarvi. in questi giorni lontana ho ricevuto centinaia di vostre mail, alcune talmente “affettuose” da sentirmi onorata di avervi come lettori, altre con chissà quante richieste di ricette e altre ancora con splendidi complimenti, per il blog e per il programma. sono felice (e credo di parlare anche a nome di mia sorella) che la passione che quotidianamente ci tiene legate alla cucina, si trasmetta allo stesso modo, incondizionato, anche a voi –

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