Immagina la cucina tradizionale di Tokyo (kaiseki), contaminata con i migliori ingredienti mediterranei.
Marmo nero alle pareti, arredamento elegante ed essenziale, tavoli in legno, cucina interamente a vista.
Il ristorante Wicky’s dispone di tre sale, nell’ultima domina un “banco sushi” ben illuminato da luci calde e brillanti che offre l’opportunità di fare un’esperienza gastronomica al buio, “CHEF TABLE” viene chiamata nel menu.
La carta pone particolare attenzione alla selezione del pesce, troviamo pescati di ogni tipo e provenienza, l’offerta di sushi (nighiri e maki) è ridotta ma molto curata, i secondi di carne e pesce sono lavorati con cotture, affumicature o marinature particolari, protagonista di ogni piatto rimane il tema fusion italia- oriente.
Curiosa di scoprire la cucina “kaiseki”, scelgo di sedermi al bancone e lasciarmi guidare dallo chef in questa esperienza di dialogo e “cooking show”, accompagno il pranzo con una tazza di the verde.
Un percorso di 7 portate, un viaggio tra Oriente e Occidente, ho provato alcuni sapori totalmente nuovi, altri addormentati nei miei ricordi ed altri ancora sorprendentemente consueti.
Da segnalare “Ricciola giapponese e tonno siciliano, conditi con salsa yuzu ponzu e polvere di basilico”, uno dei piatti che mi ha totalmente conquistata.
Presentato in una terrina di vetro trasparente, il gusto del pesce fresco ed agrumato mi ha ricordato un pranzo siciliano, mentre la salsa sul fondo mi ha riportata nella Thailandia del nord, con la sua cucina fatta di mille sapori, contemporaneamente delicati, dolci, acidi, piccanti.
Dall’Oriente a Milano il passaggio è stato repentino con il sushi alla Milanese: riso allo zafferano, ossobuco, chips di parmigiano e patate viola con all’interno polpa di granchio reale ed olio di scampi.
Quando la forma non rispecchia la sostanza, l’effetto sorpresa è travolgente, come assaggiare una zuppa che sa di pizza margherita cotta in forno a legna, così questo maki ti porta nella Milano della tradizione, in un boccone: il dolce zafferano, l’ossobuco con il suo gusto succoso e pieno, la fragranza della chips di parmigiano, l’aroma fresco del pescato.
Poi la domanda: “cioccolato?”, “meglio di no rispondo”, e dopo pochi minuti arriva il dolce che desideravo: ingredienti orientali e consistenze italiane nella mousse di latte di cocco con crumble alle fave di cacao, pistacchio di bronte e coulis di mango e passion fruit.
Un’esperienza gastronomica indimenticabile, raffinata e sorprendente, che arricchisce palato e bagaglio culturale: il sushi nella sua massima espressione, materie prime cucinate a regola d’arte, fusione di culture diverse, conoscenza di ingredienti nuovi.
Di Giulia Gattiglia