Australia. Il Northern Territory, tra wallabe, tramonti in spiaggia e silenzi da ricordare.

DI Chiara Maci | 17 Nov 2014
“Siamo in auto da circa 3 ore e tra poco arriveremo al Kakadu.
La strada e’ lunga. Le distanze qui in Australia sono infinite. Solo il Northern Territory e’ 3 volte e mezzo l’Italia e ha circa 300mila abitanti. Come Bologna, praticamente.
Distese di alberi di mango, qualche wallabe (una delle tre specie di canguri che si trovano qui nel nord dell’Australia), uccelli meravigliosi e pochissima gente. 
Roberto e’ la nostra guida italiana e ci racconta di quanti nostri connazionali passino di qui per lavori stagionali o al massimo di due anni. Perche gli stipendi sono alti e si riesce a “mettere via qualcosa”, a differenza dell’Italia.

Ma il Northern Territory e’ un territorio strano da raccontare. Se da un lato arrivano giovani a lavorare, dall’altro e’ alto il numero di turisti che passano di qui per vedere Uluru, Alice Springs, Darwin o il parco di Kakadu.

Puoi trovarti per ore lungo una strada e non incontrare nessuno e puoi uscire a cena nel centro di Darwin, mangiare in mezzo agli australiani e subito dopo vedere solo aborigeni. Perche qui nel Northern Territory e’ cosi. Australiani bianchi e aborigeni convivono e quello che si prova a fare e’ mantenere la cultura aborigena viva, anche attraverso il turismo e i migliaia di visitatori che arrivano ogni anno.
Alcuni dipingono e li trovi vendere le proprie tele originali, altri lavorano e sono perfettamente integrati, altri ancora, sopratutto le vecchie generazioni, vivono ancora allo “stato brado”.”

“Sono in camera a Uluru e sono le 22.28. Ho appena acceso la tv per prendere sonno (accidenti al fuso orario) e sul canale 2 c’è uno speciale sugli aborigeni. Sullo sfondo Uluru e Kata Tjuta e in primo piano un anziano aborigeno che racconta come si debba guardare a questa montagna con rispetto.
E’ un luogo sacro qui, dice.
Si respira cultura e storia.
La storia dei proprietari di questa terra, gli Anangu.”
Ho preso questi due stralci di parole scritte durante il mio viaggio, nel Northern Territory.
Ne ho scritte tante di cose, in quei giorni. Ho scritto delle mani dell’aborigena che ci insegnava la pittura attraverso i simboli, ho scritto del pub di Groove Hill, del silenzio che solo in quel luogo si percepisce e di quei suoni della natura ai quali non siamo più abituati, ho scritto di Darwin e di come potrebbe essere la giornata tipo di una mamma a Darwin, ho scritto di chilometri e chilometri senza incontrare nessuno, di un cammello strano che ha portato me e Alessandra (mia compagna di viaggio) in un luogo magico per una cena meravigliosa nel cuore del deserto, a lume di candela. Ho scritto di un tramonto a Mindil Beach e di un’alta davanti a Uluru, di carne di canguro, di coccodrillo, di creme di zucca con noci macadamia, di biscotti anzac e di tim-tam.
E ho provato a fotografare attraverso un telefono questi momenti. E li ho condivisi con voi su Instragram e ho letto con sorpresa e piacere che siete stati qui in tantissimi e che probabilmente sono arrivata decisamente dopo …
Ho scritto e fotografato, ma quello che rimane sono degli scatti che, da soli, fanno capire tutto.
E quindi assieme a questi, voglio consigliarvi alcuni luoghi dove andare, cosa scoprire e mangiare, se avete voglia di prendere un aereo e andare alla scoperta di un territorio fantastico e alle volte assolutamente fuori dal tempo.
Per prima cosa, Darwin. La città “capitale” del Northern Territory.
Qui assolutamente da provare il ristorante Char (www.chardarwin.com.eu). Carne unica (wagyu compresa) da scegliere in base al taglio e alla cottura, ottimo barramundi (pesce buonissimo), prodotti locali, grande scelta di vini Australiani e location suggestiva.
Sul waterfront, invece, è pieno di ristorantini da provare. Se vi piace la cucina asiatica e vietnamita, molto frequente nel nord dell’Australia, provate il Chow (www.chowdarwin.com.eu) e ne rimarrete entusiasti. Dagli involtini vegetariani o di carne, alle zuppe di noodle, al buonissimo curry vietnamite o al pollo al lemongrass. Sul sito trovate anche il menu, sbizzarritevi.
Da visitare, obbligatoriamente, il Groove Hill Pub. Non posso raccontarvelo, qui sotto troverete delle fotografie, ma dovete andare li e vederlo per capire cosa Stan e Mary sono riusciti a portare avanti negli anni. Non aspettatevi nulla e aspettatevi tutto. Sconosciuto a molti turisti, vi assicuro che qui il tempo si è fermato. E merita una visita.
Da scoprire il Royal Flying Doctor Visitor Centre ad Alice Springs. I “dottori volanti” nascono qui, per ovvie necessità nei luoghi remoti dell’Australia. Fu aperta la prima base da un gruppo di donne del South Australia in segno di omaggio alle donne pioniere dell’entroterra. Oggi questo servizio riesce a soccorrere e salvare migliaia di persone, tra cui tanti aborigeni e tante persone vittime di incidenti in zona senza ospedali.
Da mangiare, OBBLIGATORIAMENTE, i biscotti Anzac, tipicamente australiani, a base di cocco e avena, e i Tim Tam, più commerciali e cioccolatosi ma un’istituzione qui in Australia.
Da assaggiare il barramundi, il pesce locale che troverete ovunque, con il suo filetto bianco e carnoso, perfetto anche semplicemente alla griglia.
Da assaggiare i Lamington (ricetta qui sul mio blog), i biscotti alle noci macadamia, i muffin alla banana, la loro ginger beer e il lemon lime bitter.
Se potete, dormite al Cicada Lodge (www.cicadalodge.com.eu) a Katherine e visitate il paesino.
L’albergo è molto bello e il ristorante, con il nuovo chef Dean Julian, ha appena vinto il premio come miglior ristorante di albergo, nel Northern Territory.
Il nostro menu prevedeva salmone con barbabietola, wakame, uva e nero di seppia, seguito da un filetto di manzo con purea al tartufo, asparagi, burro al gorgonzola e salsa al vino rosso. Per dessert una millefoglie di cioccolato con lamponi e pistacchio.
La colazione è speciale e merita un viaggio fin li.
Due appuntamenti, solitamente inclusi nei tour, ma assolutissimamente da fare, sono: alba a Uluru e tramonto a Mindil Beach.

 

 

Uluru, chiamato anche Ayers Rock, è un incanto. Una montagna che nelle prime ore della giornata cambia colore e impressiona con il suo rosso che diventa ocra, marrone e violaceo. Luogo sacro per gli aborigeni e ancora di loro proprietà, è meta ovviamente ogni anno di migliaia di visitatori. Per quanto turistico, è qualcosa di magico che resta nel cuore.
Esattamente come il tramonto a Mindili Beach, a Darwin. Dove i coccodrilli possono arrivare da un momento all’altro, ma la magia di una spiaggia vuota, con sacchi di sabbia, silenzio e colori incredibili sullo sfondo, resta unica.
Da mettere in programma il parco nazionale del Kakadu e quindi i siti di arte aboringa a Ubirr, Nourlangle e Namguluwur, le passeggiate attraverso i vari habitat del parco, con la visione di animali ovunque, tra uccelli bellissimi, wallabe e coccodrilli, la crociera Guluyambi sulla East Alligator River.

 

 

 

 

 

Divertente, se riuscite a prenotarla, è la lezione di pittura aborigena con i simboli locali e con una donna aborigena che li spiega. Poi, a voi i pennelli!
Potete benissimo evitare, invece, l’assaggio della tanto osannata Vegemite che, ad oggi, raggiunge il vertice delle cose più atroci mai assaggiate nella mia vita. Eppure qui ne vanno ghiotti.
Gente strana, ‘sti australiani. Hanno la Nutella e mangiano questa cosa di prima mattina che sembra l’estratto di carne Liebig. 
 
 
 
 
Da fare e rifare, il giro sul cammello che porta alla cena nel deserto. Qui le parole non bastano. E allora scatti di un dromedario petomane si alternano a tavoli apparecchiati a lume di candela, nel cuore del deserto. In mezzo al nulla. Noi. E la magia di un silenzio Australiano da ricordare.
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