Sicilia. Qualcosa di genuino.

DI Chiara Maci | 18 Giu 2010

 

“Un giorno questa terra sarà bellissima” 
 – P. Borsellino – 

La prima giornata in barca. Un mare cristallino, un cielo azzurro e un gusto unico.

Ci sono sensazioni che difficilmente possono essere trasmesse attraverso uno schermo. E ci sono gusti che necessitano del giusto luogo per essere assaporati al meglio. Ricci di mare, limoni siciliani e pane marsalese. Non vi dico altro.

I bagli (dall’arabo “bahal”che significa cortile). Antiche costruzioni di forma quadrata che circondavano una corte. Fattorie fortificate diffuse nella zona del Trapanese erano “l’espressione di un’organizzazione geo-economica legata al feudo o al latifondo, e quindi alla grande proprietà terriera che alimentava le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Il baglio era una grande azienda agricola abitata, oltre che dagli stessi proprietari terrieri, anche dei contadini che vi lavoravano tutto l’anno o stagionalmente. Era quindi dotato di numerosi alloggi, ma anche di stalle e depositi per i raccolti”.
Bagghiu abbandonato nella zona di Marsala.

E bagghiu recuperato, circondato da vigneti e magicamente immerso nel silenzio. E’ il baglio Donna Franca, appartenuto alla famiglia Florio, che lo aveva acquistato per costruire un punto di appoggio per il reperimento delle uve provenienti dall’altopiano del Birgi, base unica per la preparazione del vino “Marsala” tanto rinomato.
Vista panoramica dal baglio Donna Franca, su Isole Egadi, riserva dello Stagnone, Marsala ed Erice.
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