Di piccole cose, donne che ce la fanno e segreti che a breve vi dirò. 2013, alla fine ti dovrò ringraziare.

DI Chiara Maci | 12 Lug 2013
La vita è davvero fatta di piccole cose, piccole soddisfazioni? Me lo sono chiesta per anni.
Alle volte ho invidiato quelle persone che gioivano per cose ai miei occhi minuscole e ho sperato che il successo, quello lavorativo, non mi togliesse mai questa voglia di emozionarmi.
Sono stata antipatica alle volte, solo perché tutto andava troppo bene.
E mi sentivo troppo figaper un sacco di cose.
E poi è arrivato il 2013 a farmi rimettere i piedi per terra.
E per mesi ho scritto al mondo intero che questo era il mio anno.
E per mesi mi sono detta che mai più lo dirò.
E’ successo di tutto in questo periodo e ci sono stati giorni in cui avrei voluto prendere in mano questo pc e scrivervi ogni cosa, forse per sfogarmi, forse per essere ascoltata, forse perché su questo blog ho vomitato emozioni dal primo giorno.
Ma non l’ho fatto. Non sarebbe stato giusto.
Oggi vi scrivo da una brandina dell’Ikea a righine bianca e blu che le mie amiche Serena e Antonella mi hanno gentilmente prestato. Vi scrivo da una brandina senza lenzuola e da una camera che sa di pittura fresca e di polvere ovunque. Vi scrivo mentre i muratori al piano di sopra stanno costruendo il mio futuro soppalco e vi scrivo ma pubblicherò tutto questo post solo quando andrò in un bar con il wifi e potrò collegarmi con il mondo esterno.
Stamattina ho riletto per l’ultima volta il mio nuovo libro. La prossima settimana andrà in stampa e ho pianto. Sono particolarmente sensibile in questo periodo e a breve capirete anche perché. Se non avrò il coraggio di scrivervelo, lo capirete guardandomi. Non solo in faccia.
Ho riletto la mia vita scritta in 240 pagine e ho capito che davvero un libro può essere un pezzo di cuore. L’ho scritto in 8 giorni, di getto, come scrivevo Io, in fila, un tempo.
L’ho scritto e non vedo l’ora lo leggiate perché la mia vita l’ho condivisa con voi da sempre e le ricette, alle volte, erano solo una scusa.
Ho iniziato un programma nuovo per Mediaset e ho scelto nuove sfide lavorative. Mi sono appassionata alle ricette per bambini e ho voglia di approfondirle sempre di più. A breve (sono ottimista) avrò una cucina totalmente nuova e creerò video per voi. Semplicissimi, come me e come le mie creazioni. Ho litigato con persone a me molto vicine e ho capito che a quasi 30 anni mi sono sempre occupata troppo degli altri e del loro giudizio e ora ho voglia di iniziare una nuova strada. Pensando a me e mettendo un sano egoismo nelle mie prossime giornate.
Ho avuto davvero bisogno di un sacco di persone in questi mesi, ma non ho mai chiesto a nessuno perché non sono capace di farlo. E nessuno ha bussato alla mia porta.
Se non quei pochissimi che mai mi sarei aspettata e che avranno sempre la priorità su tutti, da oggi in poi. Perché ci sono stati, anche solo per un “come stai?” quando quella domanda era la cosa più importante del mondo.
E nel momento più brutto, qualche settimana fa, quando mi sono accorta di stare portando addosso un carico troppo grosso, ho avuto l’illuminazione e ho capito che davvero noi donne abbiamo mille risorse. E poco importa a cosa siamo o non siamo abituate.
Si vive di poco e con molto poco. Si vive senza un letto per settimane, senza una cucina per mesi, si impara a scegliere l’illuminazione di casa, si fa avanti e indietro con valigie e scatoloni, si lavora di notte e di giorno si cerca di essere al nostro meglio, si maledice la volta in cui hai scelto di dover dimostrare al mondo di essere wonder woman ma subito dopo si va dalla ferramenta e si impara per la prima volta a cosa servono strumenti assurdi, si impara a montare un letto e si risparmia su tutto per pagare il prossimo arredamento, si pulisce casa e si vive con 4 vestiti se necessario e si continua a fare la blogger senza internet e senza cibo.
Si guida per ore per lavorare 50 minuti con il sorriso sulle labbra e si torna a casa stanche, senza nessuno che ti apra la porta, ma con la soddisfazione di avercela fatta, ancora una volta.
E la cosa più assurda è che, nella stanchezza, si gioisce di tutto.
Domani un letto montato sarà la gioia più grande della settimana.
Altro che tv e successi lavorativi.
Il vero successo è guardarsi allo specchio e rendersi conto che in fila, anche da sola, puoi fare tutto.
E se qualcuno vi dice che non potete farcela, fatemi un piacere.
Sorridete, augurategli il meglio e proseguite per la vostra strada.
Che mica avete tempo da perdere.
Un abbraccio, gente.
Scusate questo assenteismo, ma capirete presto il perché (oltre alla casa, al libro, al programma tv, etc etc.)
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