La Bourgogne, en toute simplicitè.

DI Chiara Maci | 5 Mar 2013

Ho scritto questo post circa un anno e mezzo fa. Vivevo a Milano, lavoravo nel marketing aziendale, non avevo il tempo di respirare e l’enogastronomia era solo una splendida passione. Da coltivare nei pochi giorni “liberi”.

Racconto di un viaggio per cantine francesi, di una vita che non mi appartiene più (e chissà se mai mi sia appartenuta), di un paesaggio unico e di gente genuina.
Mi sembrava giusto condividerlo con voi.Sabato
Uno di loro in momento di silenzio esordisce con questa frase: “certe cose non si possono raccontare. Bisogna viverle”. Loro sono i miei compagni di viaggio, decisamente male assortiti, prevalentemente uomini, ognuno di nazionalità diversa. Le certe cose sono un vigneto color oro visto dall’alto di una campagna rigogliosamente verde, un miliardo di oche selvatiche spiccate in volo con elegante decoro e disciplina, un bicchiere di Chablis al tramonto, circondata da vigne, ovunque.
Oggi mi sono chiesta diverse volte cosa ci facciamo qui io e mio padre. L’unica persona con cui ho parlato è tale Pavel, direttore generale Mercedes per l’est europa. Abbiamo provato a capirci. Sembra simpatico. E’ polacco, abita a Varsavia, ma parla un perfetto francese.
Io sono italiana e non parlo un perfetto francese. Ma diciamo che lo Chablis unisce tutti. Polacchi e non. Ignoranti e non.La Borgogna è un territorio commovente. Credo non si possa rimanere freddi davanti a un tale spettacolo di colori e profumi. Chablis è tremendamente caratteristica. Non esiste altro all’infuori del vino e la gente sembra contenta. Appena arrivati, il produttore di vino che ci ospita ci ha accolti dicendo in un comprensibile francese “se io fossi un medico, non prescriverei mai medicine, ma solo ottimi bicchieri di Chablis”. A seguire “ il Grand Cru è come noi uomini, più invecchia, più migliora….le donne preferiscono il petit Chablis..ahh, non capiscono nulla”.
Ho da subito capito di trovarmi per l’ennesima volta nella mia vita, in mezzo a uomini di mezz’età a dover spalleggiare battute sulle donne, ripetibili e non. Con mio padre è sempre cosi. Ma alla fine è divertente. E si capiscono tante cose. Tante altre cose.
Il proprietario della tenuta dello Chablis ha 3 figli ed è divorziato. E’ qui con la nuova compagna, un avvocatessa polacca 20 anni più giovane. Loro parlano un modesto italiano e allora li eleggo miei compagni per i prossimi giorni.In posti come questo inevitabilmente ragioni sulla tua vita. Milano, l’ufficio, la poca ambizione e voglia di vivere della gente che ti circonda. E tu non vuoi vivere cosi. Non vuoi diventare cosi. Tu li, su una montagna affacciata sui vigneti color oro che brillano al tramonto e il tuo Chablis in mano ci stai bene. Anche solo per un giorno ma ci stai bene. E sai dentro di te che la tua vita sarà un’altra. Sarà viaggiare, sarà ridere, sarà guardare tramonti sempre diversi, sarà gustare sapori sempre nuovi, annusare profumi caratteristici, creare un qualcosa di tuo. Sarà condividere questi momenti con una persona, con più persone. Sarà ridere, ridere, ridere.
A pochi km da Chablis, c’è Auxerre, una vera e propria cittadina con una splendida cattedrale e degli ottimi formaggi. Anche qui sembra che il tempo si sia fermato. E’ tutto tremendamente preciso, ordinato, educato. Inizio a sentirmi in soggezione davanti ad un tale rigore, ma i miei compagni di viaggio mi portano ben presto lontano dall’ordine. Della cena di gala e del momento dell’incoronazione di mio padre a Cavaliere dello Chablis ricordo 12 portate accompagnate da 12 diverse tipologie di Chablis, ricordo di aver parlato tutta sera con un geriatra di Teheran che vive a Montecarlo, cuoco per passione. Non so in che lingua possiamo aver parlato, ma ci siamo capiti. Mi affascina la medicina, in qualunque sua specializzazione. Forse mi affascina l’idea di lavorare per gli altri. Fare un lavoro non solo utile, ma di importanza vitale, per gli altri.
Ricordo mio padre salire sul palco decisamente emozionato, ricordo l’atmosfera di una confraternita. Si, era una vera a propria confraternita di persone provenienti da tutto il mondo, meritevoli di aver fatto qualcosa di importante nella loro vita e di avere la passione per il buon vino e la buona cucina. Ricordo di aver fatto tante foto. Ricordo il foie gras che ho lasciato nel piatto, ricordo il freddo gelido all’uscita prima di sbagliare strada. Ricordo di essere andata a letto pensando “ devo bere meno”.
E sono crollata.
Domenica
La domenica mattina a Chablis c’è il mercato. Ho lasciato tutti in giro per cantine e sono stata nella bellissima chiesetta del centro. “Oggi parliamo di amore” esordisce il parroco durante la predica. L’amore per il prossimo. E’ stato un momento fortemente coinvolgente. Lui girava tra i banchi, chiedendo alle persone di tornare a casa, guardare il proprio compagno/a e dirgli qualcosa di bello, fargli un complimento o semplicemente confidargli una cosa mai detta.
La gente sorrideva. Anche io sorridevo e nel contempo pensavo, in italiano, alla mia vita.
Lo so, mi capita ormai quotidianamente di ragionare su me stessa e sulle mie scelte. Penso troppo, se tutti se ne lamentano, ci deve essere un motivo.
E’ che gli ambienti non tuoi inevitabilmente ti spingono al confronto e dal confronto normalmente si esce con più dubbi di prima. Ho pensato che accanto a me vorrei una persona vera, genuina come me, che apprezzi la buona tavola, il buon vino, una buona risata. Che sappia stare in compagnia, che sappia scherzare con se stesso, che prenda il modo cosi com’è, con una risata.
Ho pensato che la vita è splendida e ci sono mille posti da visitare e milioni di persone belle da conoscere e da ricordare. Ho pensato che è tutto cosi semplice, anche se non sempre come vogliamo, e allora dovrei smetterla di complicarmi la vita. Ho capito che se tu non chiami, difficilmente qualcuno chiama, e che troppe persone si avvicinano per un interesse. E pensare che basterebbe un “come stai?” per rendere tutto più bello.Ho pensato che sono una bella persona e che a Chablis sono la benvenuta.
Al cibo, vino, al sole, alla compagnia e ad una sana risata.
Merci.
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