Napoli è il Sud di cui parlo spesso. E’ la città che più di altre mi crea la “mancanza”. Quella strana sensazione di malinconia che io definisco “napolitudine”.
Poche settimane fa, durante le registrazioni del nuovo prgramma, sono tornata a Napoli alla ricerca del primo presepe per Bianca.
E sono tornata a casa, il giorno dopo, con qualcosa in più.
Ho dormito nel bellissimo Palazzo Caracciolo della Collezione Mgallery , mangiato la pizza più buona del mondo da Sorbillo in via dei Tribunali e fatto merenda con la pastiera di Scaturchio, ho passeggiato per San Gregorio Armeno e sono rimasta incantata dalla meraviglia delle creazioni della Bottega Ferrigno e l’Angelo che mi hanno regalato ora è sul mio albero di Natale e ci protegge… insieme al corno napoletano 🙂
Ma la Napoli più emozionante l’ho vissuta camminando per le stradine di Porta Capuano, zona che non conoscevo e nella quale ho trovo la Chiesa di San Giovanni a Carbonara di cui mi sono innamorata.
Ho visitato il tesoro di San Gennaro e sono rimasta colpita dai racconti, dalle parole intrise di passione e di amore della guida del museo. Ho scoperto, nonostante fossi stata decine di volte in quella meravigliosa città, che il tesoro di San Gennaro è il tesoro più prezioso al mondo e che il centro di Napoli è patrimonio mondiale dell’Unesco.
Mi sono svegliata con il profumo delle sfogliatelle e, nonostante la pioggia, ho davvero visto Napoli con occhi nuovi. Con occhi diversi.
Mastroianni diceva che la forza dei napoletani sta in questo: nella loro tradizione, nel loro carattere, nelle loro radici.
E io sono orgogliosa di essere tornata li, dove in parte sono cresciuta, e dove ogni volta scopro qualcosa di unico e vero.