Di montagne e fiordalisi. Una giornata speciale in Val d’Ultimo.

DI Chiara Maci | 5 Set 2018 | IN COLLABORAZIONE CON Pompadour

 

fiordalisi

 

“Un fiordaliso è di troppo in un campo di grano, e tuttavia chi può negare che è da questo fiore che il campo prende tutta la sua luce.”

Constantÿn Huygens

 

Leggerezza e dolcezza.

Amicizia e felicità.

Il significato di un fiore.

 

Fleur de lis, ovvero fiore di giglio in francese, e Centaurea, il suo nome nel mondo della botanica.

Nome conferito al fiore nel 1737 dallo scienziato Linneo e che trova la sua origine nella figura mitologica del centauro Chirone.

Secondo l’antica leggenda Chirone, creatura metà uomo e metà cavallo a cui Zeus aveva donato l’immortalità, venne colpito da Hercules con una freccia avvelenata.

Non poteva morire né rimettersi in piedi a causa del veleno, riuscì a guarire solo grazie alla sue conoscenze mediche preparandosi un impacco miracoloso di fiori di fiordaliso appena sbocciati.

 

 

 

Una giornata in Val d’Ultimo insieme a Pompadour alla scoperta dei segreti delle erbe e dei fiori di montagna.

Insieme a me Hansjörg Oberdörfer e Karin Thaler alla scoperta dei campi di fiordaliso in fiore.

Per lui “Il mio colore preferito, da sempre, è la trasparenza” e si vede.

Per lei la gioia nel mostrarci la ricerca della perfezione nelle sue piccole creature dal colore blu intenso, rosso, rosa, viola e bianco.

 

 

Dietro ad ogni singolo fiore si nasconde un impegno ed un lavoro costante durante i mesi per mantenere una qualità Bio sempre più elevata.

Non è così facile la vita del contadino di montagna, pensate che un chilo di raccolto può costare al compratore fino a 800 euro, perchè le ore investite per ottenerlo sono tante, e sono faticose.

 

Qui, nel suo maso a 1400 metri di altitudine, la proprietaria Karin, le sue tre zie e la mamma sono attente e precise.

“Ogni metro di altezza delle montagne dà il colore più bello, più brillante e più intenso. Si vede anche dalla testa del fiore, è più grande di quelli a bassa quota”

Ogni piccola attenzione fa si che la qualità dei fiori sia una delle più elevate.

 

 

Le piantine prese dalla serra vanno messe nel campo in primavera, verso aprile. Chi prima chi dopo, quelle di colore blu ad esempio sono le prime ad essere piantate per ottenere una raccolta differenziata, anche nel tempo.

I fiori vanno raccolti a mano al massimo del loro splendore ogni minimo due giorni a partire da luglio, stando attenti alle temperature e alle piogge che potrebbero rovinarne il colore.

La raccolta prevede poi solo i “capolini” che andranno essiccati a 70 gradi, una temperatura più alta rispetto agli altri fiori per mantenere un colore più brillante.

Dopo l’essicazione il lavoro non è ancora finito, perché per infusi ed uso alimentare quello che si utilizza sono solo i petali, ottenuti sempre a mano e sempre con estrema delicatezza.

Qui a fine agosto, la stagione dei fiordalisi è ormai al suo termine.

 

Un prodotto davvero unico che arricchisce l’infuso Erbe di Montagna dell’Alto Adige Bio oltre a melissa limoncella, ortica, menta e salvia.

Tutto da agricoltura biologica e sostenibile che aiuta a preservare aroma ed oli essenziali nel rispetto della tradizione e della natura.

Donando come valore aggiunto prodotti a chilometro zero provenienti da un territorio esclusivo ed un clima ottimale per ottenere in una tazza un equilibrio perfetto.

 

 

Preservare al massimo la qualità della vita e dell’ambiente che ci circonda, questi gli obiettivi.

 

Una giornata speciale.

Persone con valori da preservare, montagne e colori brillanti e unici.

Distese verdi spettacolari e un agriturismo vista lago a mangiare canederli, speck e fette di torta al grano saraceno per concludere al meglio la mia visita.

 

 

 

Tornare a casa, da loro, arricchita sempre di un piccolo pezzo in più.

Da potergli raccontare un giorno.

Perché un giorno capiscano l’importanza dei prodotti, della qualità, dell’impegno e dei territori veri.

 

 

Credits
Photo By Chiara Maci
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