Sono nella lounge di El Al, qui nell’aereoporto di Ben Gurion a Tel Aviv.
Tra poche ore tornerò a casa e, come sempre, il momento partenza richiede quell’attimo di riflessione che tanto mi piace, lo sapete 🙂
Torno in Italia e porto con me 5 giorni pieni al massimo, porto con me l’immagine della spiaggia di Tel Aviv alle 7 del mattino, porto con me i sorrisi della gente, porto con me il muro del pianto e quel piccolo bigliettino inserito all’interno del muro che rappresenta tantissimo, in questo momento, per me.
Porto in Italia la gentilezza delle hostess di El Al e le mille domande di sicurezza prima di salire a bordo, la cheese cake più buona che abbia mai mangiato e il vero hummus, quello che si mangia la mattina con la pita morbidissima e che difficilmente puoi dimenticare.
Porto in Italia i volti degli chef incontrati, quello della mia guida Isacco con cui ho convissuto per 5 giorni, quello di Mena, di Michal, di Ruthie e delle persone del Ministero del Turismo che mi hanno ospitato.
Porto con me la voglia di visitare Betlemme e alcune zone palestinesi che in 5 giorni sarebbe stato impossibile fare, porto con me le mura di Gerusalemme, i pellegrinaggi della gente, i colori dei mercati, il mix di culture che si percepisce ovunque, non solo da un punto di vista gastronomico e il quartiere degli ultra ortodossi, vestiti di nero con il cappello e i riccioli alle basette.
Porto con me la voglia continua di viaggiare, perchè è solo attraverso questo che riesco sempre, costantemente, a crescere, a migliorarmi e ad aprire la mia testa a nuovi orizzonti.
Ho una cosa, dentro, che vi dirò tra qualche tempo. E questo viaggio mi ha aiutato anche in questo.
Esattamente come un anno fa, Phuket.
Ci sono viaggi che vanno fatti da sola, inutile spiegarvi il perchè.
Lo capirete durante il viaggio.
E capirete tanto altro.
Un abbraccio
C.