16 febbraio-19 marzo. 24 ore al giorno insieme e più di 30 notti senza dormire.
Un mese di te e la consapevolezza che solo per un figlio si possano reggere questi ritmi.
Questo è l’amore. Quello che mette da parte te stesso e ti ingigantisce il cuore.
È strano tornare a scrivere di sentimenti così forti. Quando Bianca era piccola annotavo tutto.
Dal peso, ai cambiamenti, alle paure, alle emozioni che provavo giorno dopo giorno.
Con Andrea sembra tutto più facile, con il secondo si sa, si è decisamente più esperte. Eppure…
Eppure alle volte il sentirsi wonder woman ti catapulta alla dura realtà, fatta di difficoltà, di solitudine post parto, di sensi di colpa e di situazioni che solo tu, madre, puoi colmare.
Qualche giorno fa ho scritto su IG un post in cui vi confidavo la mia stanchezza e in tante mi avete scritto di dormire quando dorme il piccolo (impossibile), di provare a riposarmi (impossibile), di tirarmi il latte e di delegare (ci voglio provare).
E io vi ho risposto che sono 34 anni che vorrei delegare e ahimè non ci riesco.
Non ho mai saputo chiedere e così mi sono abituata a fare tutto da sola.
Ma come giustamente insegna mia madre, ormai nonna di 4 nipotini, arriva un momento in cui bisogna avere un aiuto altrimenti non ce la si fa.
E così proprio in questi giorni ho iniziato con il tiralatte anche io.
È diventato indispensabile almeno una volta al giorno in modo da poter ricominciare a lavorare, fare riunioni o dormire almeno qualche ora in più.
La comodità e la serenità di poter mettere da parte il mio latte per permettere alle persone che mi sono vicine di allattare il bambino anche in mia assenza.
In più il tiralatte di ultima generazione come il mio ricrea la perfetta suzione del bimbo ed è molto delicato grazie a dei petali massaggianti.
Inoltre la tettarella del biberon natural riproduce proprio la forma del seno materno per favorire l’attaccamento del bambino.
Next step sarà il ciuccio.
Come quello che vedete in foto. Piccolo, morbido e colorato.
Con Bianca è stato un alleato unico nella nanna e nella compagnia (e dopo tre anni è stato difficilissimo toglierlo…ve lo racconterò nel prossimo post).
Speriamo solo ora non vada a rubare quello del fratellino…