A Giugno, sorrisi.

DI Chiara Maci | 29 Giu 2012

Il caldo insopportabile dentro il mio appartamento centrocittà senza aria condizionata. I braccialetti comprati ai mercatini hippie di Ibiza. La maglietta di Marni con quell’animale non ben identificabile.

I primi sei giorni di ferie, l’amica a cui puoi raccontare tutto, la paella di pesce indimenticabile.

La notizia lavorativa che mi cambierà la vita, da settembre, e il piumone colorato che è ormai il caso di togliere.

Gli stivaletti da biker che non hanno stagioni, le minigonne sempre più corte, il vestito color pesca fluo che pensavo fosse una mia scoperta e invece cel’hannotutte.

L’assenza dall’Italia per giorni, la partenza per la Spagna e poi per la Francia e infine per Londra.

La consapevolezza che il tempo davvero calma i rancori e spegne i bollori. La delusione di aver perso una persona a cui tenevo follemente e l’entusiasmo nei sorrisi degli sconosciuti.

I capelli biondi, maledetti shatoush, e l’armadio che scoppia anche qui a Milano.

La voglia di programmare le vacanze e i flash back che ritornano, a volte, e fanno malissimo.

La voglia di ridere e di fare tardi la notte, le diete malriuscite e l’abbronzatura miracolosa. Le scoperte di nuovi chef e la passione appena nata per la maionese di kiwi di Mimmo Alba. I jeans di due taglie in meno e lo smalto semipermanente. Le lentiggini esagerate e i momenti in cui tutto torna su, come se ancora ci fosse qualcosa da dire, quando invece è solo silenzio.

I colori sgargianti da indossare e l’agenda piena fino a dicembre. La ricerca disperata della casa nuova a Milano e i week end prenotati al mare, da qui a settembre.

Le nuove conoscenze interessanti, gli uomini che cercano di conquistarti con mail adulatorie per poi rivelarsi banalmente pornografiche, i tacchi alti e i capelli liscissimi.

Il rumore di notte sotto casa e gli ex che tornano, in fila indiana.

La voglia di cucinare solo cose leggere e l’impossibilità di accendere il forno fino ad ottobre, causa collasso immediato.

La mancanza di mia sorella, dei miei nipoti e della mia famiglia. Il viaggio che mi terrà lontana da tutti per un po’ e la voglia di partire, senza pensare. La soddisfazione di saper voltare pagina e la vita lavorativa che a breve cambierà. La realizzazione che, dopo mesi difficili da immagazzinare, sei stata te stessa. E basta.

Il sorriso costante. L’entusiasmo contagioso. La Macy di sempre, finalmente.

Goodbye June.

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