Qualche anno fa scrivere “Io, in fila” significava sedersi sul divano, rilassarsi e far uscire una dopo l’altra le emozioni attraverso parole sempre diverse e uno schermo sempre uguale.
Oggi mi accorgo di scrivere sempre meno, di dedicare ogni mio momento libero a Bianca e di stare davvero organizzando la mia vita al minuto. Tutto un incastro fatto di soddisfazioni e di condivisioni. E di sorrisi. Tanti sorrisi.
Eppure in questo sabato di fine giugno, tra scatoloni Ikea appena comprati e già riempiti fino all’orlo, mi viene in mente un post di due anni fa. Scrivevo della forza delle donne, scrivevo di traslochi e di solitudine, scrivevo di sorprese che a breve vi avrei confidato e scrivevo delle poche cose di cui si vive. Le piccole soddisfazioni di ogni giornata, per intenderci.
E sempre in questo sabato di fine giugno mi sono vista ragazzina, quando 7 anni fa scrivevo di appartamenti in condivisione, di stage e di prime lavatrici colorate, mi sono vista giovane donna quando raccontavo di amori impossibili e di licenziamenti apparentemente difficili da superare, mi sono letta donna quando affrontavo da sola una gravidanza e gioivo delle piccole conquiste lavorative. Mi sento donna quando oggi guardo una pulce di 17 mesi correre per casa, quando le chiedo “di chi è la mamma?” e mi sento rispondere “MIA!”, mi sento donna quando riprendo in mano questo pc per scrivere di cose che non hanno nulla a che fare con la cucina ma che sono comunque passioni per le quali vivo, mi sento donna quando mi rendo conto di avere imparato a dire no e quando finalmente ho imparato a tirare fuori le unghie per istinto di protezione.
Un figlio ti cambia. E forse fa parte del normale corso della vita. Forse è giusto che certe cose arrivino a trent’anni. Forse è giusto che certe cose te le faccia capire solo una persona che ha bisogno di te. Una piccola persona che ogni giorno ti dimostra quanto grande sia un sorriso appena svegli la mattina. Quanto importante sia quel sorriso, qualunque cosa succeda.
E in fondo è bello aver scritto tutto questo, contrariamente a tutti quelli che mi dicevano di lasciar stare, perche “racconti i fatti tuoi”. In fondo rileggere le parole, i commenti, le emozioni, è qualcosa di magico che unisce me e voi. E allora “in fila” ancora oggi.
Grazie a voi.