Morso Burger!

DI Chiara Maci | 28 Set 2017

Un viaggio attraverso l’Italia, dalla carne di fassona piemontese, alla bufala campana DOP, fino ai capperi di Pantelleria.

L’ hamburgeria “MORSO” si nasconde nel cuore di Moscova, in una traversa residenziale: marmo bianco alle pareti, taglieri appesi come quadri, una dozzina di posti a sedere, la cucina completamente a vista.

La giovane coppia che ti accoglie sorridente sembra essere li apposta per te, il menù è stampato su una grande lavagna nera e affianca ai classici burger alternative con pollo, pesce o polpette vegetariane.

I panini hanno abbinamenti studiati (pane appena sfornato, materie prime d’eccellenza, tante verdure e formaggi diversi), si avvicinano di più a piatti gourmet che alla tradizione americana.

Ordino un burger “ruspante” (pollo, bufala campana DOP, salsa ruspante, pomodoro e germogli di spinaci), i miei amici i classici con bacon, cipolla di Tropea, maionese al pomodoro o salsa bbq rigorosamente homemade.

 

 

I gusti sono freschi e raffinati, gli ingredienti sono di percepibile qualità e ben dosati.

Fin dal primo morso apprezzi la friabilità del pane, il gusto della carne succosa e rosea, del formaggio saporito appena scottato sulla piastra o della burrata fresca che addolcisce il bacon croccante, delle salse leggere che non sovrastano gli altri gusti.

Non rinunciamo nemmeno alle patate dippers ed agli anelli di cipolla macinati alla birra, entrambi saporiti e croccanti.

I dolci sono tutte ricette ideate e messe in pratica dalla giovane proprietaria, una vera sorpresa!

Cosa li differenzia dagli altri?

La cura del cliente, l’attenzione alla materia prima e soprattutto i loro hamburger “docg”, quelli che di solito ordini al ristorante serviti in piatti di ceramica con contorno di patate al forno, quelli italiani.

Quando lo scelgo?

Ideale per una pausa pranzo, il servizio è veloce, il burger richiede pochi morsi.

Uscirai salvo dalle tipiche macchie di ketchup sulla camicia azzurra e senza abbiocco post pranzo.

 

Di Giulia Gattiglia

Credits
Photo By Giulia Gattiglia
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