Novembre. Di mancanze, emozioni e torte consolatorie.

DI Chiara Maci | 23 Nov 2012

Sono nella stazione di Voghera in questo preciso istante. Sto tornando a casa dopo una serata lavorativa a Genova. Sto tornando a Milano, per intenderci.

La mia nuova “non casa”.

Ho dormito poco questa notte e avrei voluto visitare Genova. Non conosco quella città. E poi c’era la mostra di McCurry, accidenti. E poi c’era il mare.

Novembre e’ stato un mese strano. Il mese in cui ho smesso di fumare e ho cominciato ad ingrassare (torte su torte, questo mese, accidenti a me). Il mese in cui ho riportato tutti i vestiti estivi a Bologna e sono rimasta con maglioni, piumini e 20 gradi costanti.

Il mese in cui ho pensato che in due tutto cambia, a cominciare da una banale sera davanti alla tv. Il mese in cui ho capito che essere in due non sempre è così semplice, quando sei abituato alla tua solitudine. Il mese in cui ho girato l’Italia per lavoro ma ho finalmente scelto Milano come mia nuova città di residenza. Il mese in cui ho comprato casa e ho capito cosa vuol dire “investimentochemetteansia”.

Il mese in cui, davanti ad un notaio, con accanto i miei genitori, ho firmato per una stabilità di dimora. E un po’ mi sono tremate le gambe.

Perché ferma non ci so stare.

– E penso che tra una settimana sarò a Parigi per lavoro e probabilmente vorrò rimanerci. E penso che in un altro stato sarebbe tutto più semplice.

Penso che ad essere eticamente corretti, in questo cazzo di paese, si faccia una fatica disumana e penso che prima o poi, per lavorare, sarà necessario scendere a compromessi. Con la propria etica. Con il proprio orgoglio. Con la propria ingenua e meritocratica correttezza –

Il mio vicino di Intercity 9769 sta leggendo un libro e guarda fuori dalla finestra la nebbia che avanza. La signora che mi siede accanto cerca di sbirciare dal mio iPad ma io lo nascondo quasi vergognandomi. È buffo. Ancora non mi rendo conto, dopo due anni e mezzo, che queste pagine sono pubbliche. Che le leggete in tanti. E che ogni tanto mi fermate per strada, mi sorridete e sapete un sacco di cose di me.

Come quella volta che in palestra a Milano una signora mi si avvicinò e mi disse “complimenti Chiara, ti seguo tutti i giorni. Spero la Thailandia ti sia servita per stare un po meglio”.
Sorrisi.
E per tutti i 40 min di bike pensai e ripensai a come potesse una perfetta sconosciuta sapere i fatti miei.

Non pensavo a questi post. Poi, mi spaventai e chiusi questa rubrica.

Pochi giorni fa, una ragazza che mi segue da tanto, Silvia, mi ha inviato una mail scrivendomi semplicemente “Grazie. Io, in fila e’ tornato”.

Si, e’ tornato solo una volta al mese. Per raccontarvi il mio mese. Per raccontarvi quanto difficile sia avere la sindrome della curiosità costante. Per farvi entrare nel mio mondo, passando dalla mia cucina ma non solo. Per dimostrarvi che se ce l’ho fatta io, potete farcela anche voi.

-si voi che mi mandate cv e mi dimostrate che la vostra passione e’ grande quanto la vostra voglia di farcela. Io ci ho creduto. Fatelo anche voi, nonostante i tempi, nonostante le mancanze, nonostante le rinunce, nonostante i SE, i MA e i NO che vi circondano. Fatelo-

Per dirvi che tra 10 giorni sarà il mio compleanno e io, come ogni anno, vorrò scappare all’estero per ricominciare.

Per vedere posti nuovi, con occhi nuovi.

Per scoprire nuovi chef, nuove cucine e per vivere stimoli nuovi.

Per sentirmi viva, sempre.

O semplicemente per non vedermi crescere.

Dicembre, ti aspetto al varco.

Buon inizio di fine anno, gente.

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