Spesso le persone fanno arte, ma non se ne accorgono.

DI Chiara Maci | 4 Giu 2011

 

27 febbraio 2010

Sono circa le due di notte di un normale venerdi di fine febbraio e io inizio a dipingere. Continuo il nuovo quadro iniziato ieri.

Non ha un titolo, questa volta. Non ancora.

Non è copiato da nessun famoso artista, questa volta.

E’ un banalissimo cartone telato 30×40 che si finge quadro. E rappresenta una giovane donna dagli occhi verdi che ha accanto a se un uomo che le bacia la spalla.

Lei è malinconica. Ha gli occhi verdi. Ha gli occhi verdi con una punta di ocra e un tocco di bianco. Ha gli occhi espressivi, la mia giovane donna.

Lui ha i capelli neri e null’altro, per ora.

Dicono che un quadro si debba iniziare a dipingerlo dall’alto, per poi scendere verso il basso. Dicono che si debba partire dallo sfondo per poi arrivare ai dettagli.

Io non dico. Sono una finta artista senza tecnica e senza metodo che tiene in mano un pennello di pura setola come se fosse una matita. E scrivo, colorando. E quello che viene fuori mi commuove e mi entusiasma.

La mia giovane donna non ha un nome, non ancora.

E’ malinconica e quell’uomo alla sua destra la disturba.

Ha le labbra rosse, la mia giovane donna. E la pelle di un colore ambiguo, frutto dell’unione di vermiglione chiaro, ocra gialla e bianco di zinco.

Mi piacciono i nomi dei colori. Mi piace andare in mesticheria e chiedere un “terra di Siena bruciata”. E’ pur sempre un semplice tubetto di colore ad olio, ma ha una sua particolarità e una sua provenienza anche lui. Quello che per tutti è marrone, per alcuni è “terra di Siena bruciata”. Affascinante.

Ha un cerchietto con un piccolo fiocchetto, la mia giovane donna.

Io so che sarà rosso, ma alle 2.09 di questo venerdì sera, è ancora un tratto a matita che probabilmente domani verrà cancellato.

Perché io non dico. Ma io inizio a dipingere dal mezzo per poi arrivare agli angoli. Io dipingo i dettagli, per poi trascurare lo sfondo. E quel piccolo cerchietto è un po come quel piccolo uomo ad occhi chiusi appoggiato sulla spalla della mia giovane donna. E’ a matita. E, in quanto tale, potrebbe essere cancellato.

Ma gli occhi lacca verde e ocra gialla, le labbra vermiglione chiaro e la pelle ibrida di colori, sono lì, a rendere un semplice cartone telato 40×50 un quadro.

Dipingere è come scrivere. E come cucinare.

Non puoi farne a meno. Quando ne impari il Valore.

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