Un “non” post per ricominciare.

DI Chiara Maci | 25 Giu 2018

 

Si nasce sensibili a qualcosa. Io lo sono sempre stata. Sensibile al distacco.

 

Ho 34 anni e quest’anno ne compirò 35.

Me ne sento 20, a volte.

70, altrettante volte.

 

Sto tornando a Milano e il treno, nei viaggi così lunghi, mi fa pensare.

6 ore alternando videochiamate, pensieri, sguardi dal finestrino, film su Netflix.

C’è un uomo con un cane a pochi posti da me. È un pastore tedesco e io lo guardo da un po’.

A dire la verità mi commuove il modo in cui, sdraiato per terra, guarda le persone che passano. Gli somiglio, a volte.

 

Ieri ad Agropoli sono nati due cuccioli ad una gattina randagia. Mio padre li ha messi in una scatola di legno di una magnum di vino rosso.

E se la loro mamma non fosse tornata, io mi sarei presa cura di loro.

Ho videochiamato Bianca, in queste ore. E ci siamo dette con gli occhi lucidi che ci vedremo presto.

E poi io ho messo giù, mi sono messa gli auricolari e ho ascoltato Roberto Vecchioni tre volte di fila senza accorgermene.

Ho il cuore molto più fragile oggi, che 15 anni fa. Questo nessuno te lo dice. Tutti ti dicono che crescere fortifica, che ogni caduta insegna a rialzarsi, che gli avvenimenti della vita, belli o brutti che siano, ti abituano al cambiamento e nell’abitudine, tutto sembra più semplice.

Eppure. Cambia la percezione, impari ad abbassare la testa se necessario, sorridi quando ne faresti a meno, organizzi la tua vita provando a non lasciare mai nulla da parte.

Ma il cuore è il cuore. E mentre tu cresci, lui ne risente.

Se mi chiedessero di definirmi con un solo aggettivo direi fifona.

Anni fa avrei detto “ambiziosa, coraggiosa, tenace”. Oggi mi sento una fifona curiosa ed entusiasta.

Che da quando è nata Bianca ha il terrore di volare. Eppure prende un aereo a settimana.

Che da quando è diventata madre ha il terrore di dimenticare qualcosa. Eppure riesce a ricordarsi anche di non dimenticare.

Che da quando è diventata grande ha paura di non fare mai abbastanza. Eppure ci prova.

E questo fa di lei una coraggiosa.

Che poi, è tutta una questione di punti di vista.

 

Sono in aereo da Olbia a Milano. Domani andrò a prendere Bianca, i giorni sono volati ma la mancanza è forte. Leggo le frasi di due settimane fa e aggiungo qualcosa.

Questo non è un post, ma è il coraggio di tornare a scrivere lì dove ho iniziato.

È molto più difficile di quanto io potessi pensare, perché le parole che una volta scorrevano veloci oggi hanno sempre più filtri. Ma ci sono. Lontane, ma ci sono. E torneranno qui, in fila, come all’inizio.

 

C.

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