Un ultimo post che sa di attimi, lacrime di gioia e profumo di talco.

DI Chiara Maci | 18 Nov 2014


Tra poco più di due mesi sarà un anno.

E questa rubrica, che mi ero ripromessa di scrivere per i primi mesi, andrà in pausa “vacanze” fino all’ anno nuovo.
Perchè il tempo sarà sempre meno, perchè vederti crescere sarà sempre più impegnativo e perchè il tempo libero lo passeremo insieme, io e te.
Probabilmente andrai al nido e io ti verrò a prendere e ti porterò con me a cucinare. E poi la sera leggeremo insieme la favola e chissà quante volte ci addormenteremo insieme.

Il primo anno è quasi passato, amore della mia vita.
E con lui questi post che, rileggendoli, mi ricordano i nostri primi attimi insieme.
Il tempo vola. Aveva ragione mia mamma, quando me lo diceva.

Ti ho aspettata e voluta talmente tanto che oggi mi sembra assurdo sia già passato quasi un anno.
Voglio festeggiarlo cosi, con un ultimo post dell’anno. Con i momenti più vivi di questi 10 mesi insieme.Il 23 gennaio, quando mia sorella ti ha visto per la prima volta ed è scoppiata a piangere. Il giorno in cui ti sei addormentata nel letto con me per la prima volta e mi hai afferrato il dito. La prima volta che mi hai guardato e mi hai sorriso. Il giorno del battesimo con i nonni e le persone più care. La prima pappa lanciata in aria. La faccia disgustata della prima medicina. Il giorno in cui, prendendo in mano il cucchiaino mi hai guardato e mi hai detto MA-MM-MMM-A. Il pomeriggio in cui sono tornata da Tahiti e ho pianto per ore quando ti ho rivisto. Il volo per l’Australia e la mancanza folle di te. Il ritorno e quell’abbraccio stretto, strettissimo.

La vita che ha preso un senso.

Care mamme,
Chiara ci racconta tutte le emozioni che hanno accompagnato i primi mesi di vita della sua bambina, mesi che, oggi sappiamo, sono fondamentali per il suo sviluppo futuro.
Circa 30 anni fa infatti si iniziò a capire che la concentrazione di ormoni, metaboliti e neurotrasmettitori durante periodi critici dello sviluppo erano determinanti nella programmazione del rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari in età adulta. Tale concetto ha ricevuto un enorme supporto scientifico e ampia attenzione. Sono state inoltre raccolte evidenze che dimostrano che la nutrizione delle prime epoche della vita può programmare il rischio di sviluppo di obesità.
I primi mille giorni di ogni bambino rappresentano l’opportunità di impostare le migliori condizioni per un percorso di crescita e di sviluppo del gusto.
Lo stato di salute di un individuo, in qualsiasi fase della vita, è determinato ed influenzato da una interazione di fattori genetici, individuali, comportamentali ed ambientali.
In particolare per fattori ambientali intendiamo le modalità con cui viene proposto il pasto, gli alimenti e le sostanze naturalmente presenti che, come contaminanti, possono interagire e alterare i sistemi fisiologici.
La possibilità di avere a disposizione alimenti nutrizionalmente idonei e sicuri è fondamentale per qualunque consumatore ma la qualità di un alimento diviene più critica quando si occupa della nutrizione infantile.
Un bambino presenta infatti caratteristiche peculiari: ha esigenze nutrizionali specifiche legate all’accrescimento, alla digeribilità di un alimento e richiede un controllo più stretto della qualità degli alimenti, in quanto presenta una maggiore suscettibilità agli eventi tossici.
Colgo allora qui l’occasione per approfondire e rispondere ad alcuni dei quesiti che mi sono stati posti da voi in questi mesi a proposito di dentini e consistenze ma anche di stipsi e alimentazione.
Dobbiamo ricordare che nei primi 3 anni in generale è bene preferire alimenti per l’infanzia adatti non solo come composizione ma anche come consistenza. A partire dai 7 mesi i cibi offerti saranno sotto forma di purea, poi gradatamente si aumenta la consistenza e si passa a cibi tritati.
Gli studi sulla nascita del gusto suggeriscono di stimolare fino dalle prime pappe il lattante con sapori ben definiti, seguendo le stagioni per frutta e verdura (che dovranno essere presenti ogni giorno a merenda, a pranzo e cena) ed evitando la monotonia.
La varietà consentirà anche di regolare le scariche. L’intestino anche dei bambini è sensibile alla presenza o meno di fibre negli alimenti. Cibi quali patate, carote e riso riducono la frequenza delle scariche, mentre verdure verdi, pere, prugne le rendono più frequenti.

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