Back home, Macy.

DI Chiara Maci | 15 Ott 2011
Ultimo giorno ad Agropoli, questo.
Il clima non mi è stato favorevole, ma sono riuscita a portare a termine tutti i lavori da consegnare.
Ho la febbre e domani mi aspettano 7 ore di macchina. E non ne ho voglia.
Guidare è sempre stato estremamente rilassante, per me. C’è stato un periodo, circa 7 anni fa, in cui mi piaceva prendere l’auto di notte e girare per i colli bolognesi con il sottofondo musicale giusto e le sigarette a farmi compagnia.
E’ l’animo da malinconica, credo. 

Se fossi un cantante, probabilmente oggi scriverei una canzone. Di quelle tristi. Di quelle che ascolti quando una persona ti lascia. Di quelle che ascolti quando litighi con il tuo capo. Di quelle che ascolti quando provi a chiamare tutte le tue amiche ma nessuna di risponde. Di quelle che ascolti quando ti senti solo. Di quelle che ascolti quando una persona ti delude.

Ma io non sono una cantante. E allora vorrei cucinare, oggi. Ma la febbre e i brividi mi consigliano di fermarmi. E di prendermi una pausa da tutto. E da tutti.
In questi giorni, tra le tante mail ricevute, ne ho lette due che mi hanno toccato il cuore.
Non farò i nomi, nè racconterò lo sfogo di queste persone.
Ma per un attimo mi sono chiesta quanto siamo soli alle volte per sentire il bisogno di scrivere ad una sconosciuta. Per confidare le più intime debolezze e le più grandi fragilità.
Mi sono chiesta se io farei lo stesso.
E mi sono risposta che io lo faccio sempre. Ogni volta che apro una nuovo post di Io, in fila. Ogni volta che apro il Mac sporco di cioccolato e inizio a scrivere. Vomitando parole, stati d’animo, pulsioni, sensazioni.

Oggi ho una strana malinconia. C’è una ricotta in frigorifero che tra poche ore rimarrà sola. Potrei farne il ripieno di un cannolo di pasta fillo. Ma non avrei voglia di mangiarlo. E allora va bene così.

La valigia è quasi piena. Mancano poche cose che metterò all’ultimo minuto. Faccio sempre così. Riempirla subito mi mette tristezza. Mi piace chiuderla in un attimo, alla fine. Non guardarmi indietro. Non posso aver dimenticato nulla (con questa teoria ho già comprato 4 nuovi caricabatterie dell’iphone). Salire in macchina e partire.
Possibilmente iniziando a pensare dopo qualche centinaia di chilometri.
Possibilmente iniziando a smetterla di fuggire.
Possibilmente iniziando a capire che alle volte fa bene tornare.

M.

– tornerò qui il 26 ottobre per la presentazione del libro con Angela. se siete in zona, vi aspetto –

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